Ambiente&Clima

Bruxelles congela il piano per dimezzare l'uso di pesticidi entro il 2030

Un altro passo indietro rispetto agli obiettivi verdi, motivato dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Il vicepresidente della Commissione Timmermans contrario

Salta per il momento la proposta dell'Ue di dimezzare l'uso di pesticidi chimici entro il 2030. Questa la scelta della Commissione europea, che ieri avrebbe dovuto presentare il suo “pacchetto protezione della natura", ma che ha deciso di rimandare la scadenza programmata, senza fissarne una nuova. Il pacchetto includeva gli obiettivi di ripristino della natura, che mirano ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa, inclusa la riduzione dei rischi associati ai pesticidi chimici. Secondo alcune bozze trapelate, la Commissione avrebbe dovuto fissare un obiettivo vincolante del 50% di riduzione dei pesticidi in tutta l'Unione europea entro il 2030. Agli Stati membri la libertà (e il compito) di fissare gli obiettivi nazionali, assumendosi l'impegno giuridico di coprire almeno il 10% della superficie agricola europea con "caratteristiche paesaggistiche di alta diversità".

Divisioni scatenate da guerra in Ucraina

Il pacchetto rappresenta uno degli elementi essenziali della strategia Farm to Fork, che copre il settore agroalimentare del Green Deal, il patto europeo per l'ambiente. La commissione ambiente del Parlamento europeo (ENVI) pochi giorni fa aveva indirizzato una lettera al vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, in cui chiedeva di non rimandare alcune misure chiave del Green deal, ritenute indispensabili al fine di spezzare la dipendenza dell'agricoltura Ue dai fertilizzanti chimici, provenienti in gran parte dalla Russia. Parlando davanti ai ministri dell'agricoltura dell'Ue lunedì scorso, il commissario per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides ha dichiarato che "non è ancora deciso" quando il progetto di direttiva sarà presentato. "Si potrebbe sostenere che l'incertezza geopolitica generalizzata a questo punto non permette a questa proposta sull'uso sostenibile dei pesticidi lo spazio politico di cui ha bisogno per ulteriori discussioni e riflessioni adeguate", ha affermato durante la riunione.

All'interno della Commissione europea ci sono vari punti di vista sull'opportunità di sospendere le proposte legislative necessarie per attuare gli obiettivi verdi che l'Ue si è prefissata per il settore agroalimentare. La guerra in Ucraina ha scatenato un effetto domino, con un incremento dei prezzi record, dall'energia, ai fertilizzanti fino a materie prime quali grano, mais e oli vegetali. Nell'ambito dell'esecutivo dell'Ue non mancano disaccordi su come affrontare questa crisi. Già la scorsa settimana Janusz Wojciechowski ha chiarito in un incontro con gli eurodeputati della commissione Agricoltura che alcuni aspetti della strategia Farm to Fork saranno sospesi, per perseguire l'obiettivo della “sicurezza alimentare”. In sostanza, l'Ue ha già rinunciato a pratiche come il sovescio, il riposo delle colture, la rigenerazione di aree verdi, per aumentare la produzione di coltivazioni, quali mais e proteine vegetali, al fine di ridurre la dipendenza da altri Paesi, in particolare dalla Russia. In alcuni casi si tratta di quelle stesse colture che sono state ritenute pericolose per i nostri suoli, perché consumano in modo eccessivo le qualità nutritive dei suoli, impedendo la loro rigenerazione.

Dall'altro lato, è schierato Frans Timmermans, responsabile del Green Deal, che chiede con forza di non rinunciare alla sostenibilità, ma la sua posizione trova scarso consenso tra i rappresentanti degli Stati membri. "Siamo tutti favorevoli ad alte ambizioni ambientali, ma allo stesso tempo, dobbiamo tenere conto delle sfide attuali, che sono causate dagli alti prezzi dell'energia, del gas e degli input agricoli, e la necessità di provvedere alla sicurezza alimentare data la guerra in Ucraina", ha detto il ministro rumeno dell'Agricoltura Adrian-Ionut Chesnoiu. I suoi omologhi di Polonia e Slovenia concordano anch'essi sulla necessità di "staccare il settore agricolo europeo dal bisogno di importazioni", per rendere l'Europa più indipendente. A tenere salda la rotta per ridurre comunque l'uso dei pesticidi, rimane invece la Germania, nonostante le problematiche generate dalla guerra scatenata da Vladimir Putin: "Ci atteniamo al nostro obiettivo centrale di un'agricoltura sostenibile", ha sottolineato il segretario di stato Silvia Bender.

I pesticidi li paghiamo in salute

Secondo alcune organizzazioni ambientaliste la questione dell'Ucraina sarebbe solo un paravento, dietro il quale si nascondono gli interessi di organizzazioni poco propense a virare verso la direzione green, originariamente voluta dall'Ue.“Alcuni gruppi di pressione stanno usando le atrocità della guerra in Ucraina per cercare di far deragliare la strategia Farm to Fork della Commissione europea, uno dei cui obiettivi è quello di dimezzare l'uso e il rischio di pesticidi chimici entro il 2030”, si legge in una nota di Eeb, un network internazionale di Ong ambientaliste, che pochi giorni fa ha organizzato un forum sui pesticidi, in attesa della proposta della Commissione. "Come rappresentanti eletti, siamo responsabili dell'uso equo del denaro pubblico. Usando i pesticidi, il cittadino paga il conto tre volte: una volta attraverso la Politica Agricola Comune (Pac), una seconda volta quando fa la spesa, e una terza volta attraverso tutte le politiche pubbliche di decontaminazione e salute pubblica" ha affermato nel corso del Forum Benoit Biteau, deputato verde e vicepresidente della commissione Agri al Parlamento europeo. Come spiegato da Christophe Alliot, co-fondatore dell'Ufficio per la valutazione dell'impatto sociale per l'informazione dei cittadini (Basic), i sistemi alimentari che si affidano ai pesticidi sono tutt'altro che convenienti sul piano economico. Nell'Ue, i costi direttamente attribuibili ai pesticidi e sostenuti dalle nostre società sarebbero pari a circa 2,3 miliardi di euro all'anno. Una cifra equivalente al doppio dei profitti netti realizzati dall'industria agroalimentare.


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