Ambiente&Clima

Il mistero delle 20mila urie morte di colpo sulle coste olandesi. E della nave italiana

Gli occhi puntati sui 291 container persi al largo di Ameland, isola a nord di Amsterdam. Secondo alcuni, trasportavano sostanze velenose. Che gli uccelli hanno mangiato

Due delle urie curate in Olanda

Quando hanno vista centinaia di urie emergere dalle acque del mare del Nord, hanno cominciato a contarle. La stima più aggiornata parla di circa 20mila uccelli di questa specie che vive vicino le coste: tutti trovati morti lungo in Olanda tra le Isole Wadden e Zeeland. Un'ecatombe dietro la quale potrebbe nascondersi un disastro ambientale. 

Un fenomeno raro

Quanto sta accadendo in questi giorni, secondo Mardik Leopold, biologo dell'Università di Wageningen, è un fenomeno molto raro: i Paesi Bassi "non hanno visto simili morti di massa dagli anni '80 e '90". Centinaia di uccelli malati ma ancora in vita sono stati portati nei centri veterinari per essere curati. E studiati. "L'ipotesi di lavoro è che la causa sia stata una combinazione di maltempo e qualcos'altro, e stiamo cercando di trovare questo qualcos'altro", ha detto Leopold. "Abbiamo sezionato alcuni degli uccelli. Sono puliti ma erano molto magri, con problemi all'intestino, il che è indicativo di uno stato di fame. Ma abbiamo bisogno di un campione più ampio e quindi abbiamo chiesto alle persone di raccogliere uccelli per noi ".

L'ipotesi dell'avvelenamento

Una possibile causa del "naufragio" delle urie (il termine tecnico per queste improvvise morti di massa inspiegabili) potrebbe essere trovata nei 291 container persi da una grande nave portacontainer dell'italo-svizzera Msc nella notte del 2 gennaio a nord di Ameland, un'isola vicino Amsterdam.

"Non sappiamo esattamente cosa ci fosse nei contenitori, ma ci saranno inevitabilmente plastica e prodotti chimici", ha detto Leopold. Dopo le prime operazioni di recupero, restano in mare ancora una cinquantina di container. Secondo quanto ricostruito finora, dentro i container dovrebbero esserci giocattoli, lampadine, scarpe, vestiti e forniture per mobili. Ma nulla che possa giustificare una tale ecatombe.  

Una risposta dovrebbe arrivare dalle analisi dei patologi veterinari. 


Si parla di