Innovazione

Quadruplicato il numero di allevatori "inseminatori" di mucche da latte

In Francia sempre più agricoltori scelgono di fecondare da soli i bovini, anziché rivolgersi ad appositi istituti. La pratica è diffusa nelle grandi mandrie e non incide sulla fertilità

Oltre a mungerle, provvedono a fecondarle. In modo artificiale. Gli allevatori francesi che scelgono di inseminare direttamente le proprie mucche da latte sono quadruplicati in dieci anni. Sono ormai 6,7 milioni le inseminazioni artificiali bovine registrate nel 2020, con il 12% eseguito direttamente dagli agricoltori. Se nel 2010, erano state 200mila, dieci anni dopo si è arrivati ad 800mila, in base ai dati forniti dall'Institut de l'élevage (Idele), che si occupa di migliorare la produttività degli allevamenti erbivori d'oltralpe.

La ricerca calcola che sono oltre 5mila gli allevatori che indossano l'abito da inseminatore. Gran parte delle installazioni di seme sono ancora effettuate da imprese specializzate, ma la loro attività è in diminuzione. "La ricerca di autonomia e fluidità nell'organizzazione del lavoro sono gli obiettivi degli allevatori", afferma Sandra Dominique, esperta dell'Idele, per spiegare il diffondersi di questa pratica. Oltre il 90% delle inseminazioni dirette sono effettuate su femmine da latte, di cui l'80% sono della razza Prim'holstein. L'allevamento naturale è più diffuso invece per i vitelli (circa il 78%).

La pratica della fecondazione artificiale diretta è diffusa soprattutto nelle grandi mandrie, dov'è maggiore la manodopera disponibile. "Diventare un allevatore inseminatore richiede un investimento significativo all'inizio del processo, diluito con le dimensioni della mandria", sottolinea ancora Sandra Dominique. La scelta di provvedere in modo indipendente non avrebbe inciso sulla fertilità delle mucche, né nelle strategie di incrocio.


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